Europa, PNRR e Autonomia

Obiettivo di legislatura: Puntare al pieno utilizzo degli 11,5 miliardi previsti dal PNRR per la Lombardia, in particolare per l’ammodernamento della rete infrastrutturale. Occorre ottimizzare l’utilizzo, attualmente insufficiente, dei fondi europei per finanziare il settore strategico della Ricerca e Sviluppo. La Lombardia deve attrarre gli investitori continentali e internazionali.

Serve una maggiore partecipazione politica delle istituzioni regionali nelle sedi decisionali europee. Inoltre, è assolutamente prioritario dare alla Lombardia il posto che merita all’interno del panorama europeo e internazionale, attraverso un importante riassetto dei rapporti istituzionali, anche riproponendo l’autonomia quale volàno per la crescita della nostra regione.

Premessa

Attualmente in termini di aiuti europei l’Italia dispone di 60 miliardi di euro del Piano nazionale ripresa e resilienza, di 43 miliardi in arrivo dai fondi di coesione del bilancio Ue 2021-27 e di altri 20 miliardi, che rappresentano il residuo del precedente programma 2014-20 e andranno rendicontati entro fine 2023, in quanto il regolamento Ue prevede l’ulteriore spazio di un triennio per portare a termine gli investimenti programmati.

In totale 123 miliardi di euro, una cifra che quasi quadruplica, rispetto all’era pre-Covid, il volume di investimenti pubblici targati Ue a disposizione del paese. Una cifra da spendere però in tempi e modalità tra loro diverse. Nel caso del PNRR andranno spesi entro il 2026, in quello dei fondi strutturali entro il 2029, eccetto i 20 miliardi di cui sopra entro il 2023.

Quanto alle modalità, mentre nel primo caso le regole per attingervi sono semplificate, i controlli della Commissione si concentrano più sui tempi delle riforme da rispettare e dei piani di investimenti da attuare che non sulla qualità della spesa, nel secondo caso, con i fondi strutturali, i controlli di Bruxelles sono molto più dettagliati, le spese vanno tutte rendicontate, fatture al seguito, per incassare gli aiuti europei.

Il 2023 sarà un test decisivo: finora il PNRR si è concentrato più sulle riforme quest’anno dovrà fare i conti con la sfida degli investimenti sul terreno, cioè dell’utilizzo concreto del quadruplo di risorse Ue, tra PNRR e fondi tradizionali, a nostra disposizione.

Obiettivi strategici

  1. PNRR: pieno utilizzo degli 11,5 miliardi di euro di risorse relative al PNRR e al Fondo complementare destinati alla Lombardia.
  2. Ricerca & Sviluppo: per sostenere la spesa e gli investimenti in tale settore, è necessario poter usufruire delle sovvenzioni, dei sussidi e dei prestiti previsti dalla normativa europea.
  3. Attrarre gli investitori continentali e internazionali.
  4. Pieno utilizzo dei fondi europei, in riferimento all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.
  5. Ammodernamento della rete infrastrutturale e realizzazione delle grandi opere:
    1. Potenziamento dell’alta velocità
    2. Investimenti sulla rete ferroviaria: oltre 3 miliardi di euro (PNRR)
    3. Digitalizzazione: circa 300 milioni di euro (PNRR)
  6. Incentivare il processo di designazione di sedi di enti internazionali sul territorio lombardo, allo scopo di favorire una maggiore sintonia con l’Unione Europea. In questo senso, occorre avviare un profondo lavoro istituzionale per portare la sede centrale della Consob a Milano.
  7. Comunità Montane: per l’anno 2022 il contributo è di 10,5 milioni di euro. Tra 2014 e 2020, sono stati impegnati 103 milioni, da Fondi Europei per i territori montani
  8. Fondi strutturali e di investimento europei:
    Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) è uno dei principali strumenti finanziari della politica di coesione dell’UE. Nel periodo di programmazione 2021-2027, circa 200,36 miliardi di euro sono stati destinati al FESR, (tra cui 8 miliardi alla Cooperazione territoriale europea e 1,93 miliardi di dotazioni speciali, destinate alle regioni ultraperiferiche). I tassi di cofinanziamento per le regioni più sviluppate sono fino al 40%.

a) Piano Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (PR FESR): prevede l’assegnazione alla Lombardia di 2 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 (il doppio rispetto a 2014-2020) così ripartiti:

  • 1,1 miliardo di euro per il consolidamento della competitività e dell’attrattività del sistema lombardo, mettendo al centro la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico
  • 650 milioni di euro per la transizione verso un modello di sviluppo e di crescita sostenibili, promuovendo l’utilizzo consapevole delle risorse energetiche e il ricorso alle fonti rinnovabili, indirizzando gli investimenti verso nuove tecnologie e secondo i principi di economia circolare, a supporto di progetti di efficientamento energetico, in particolare dell’edilizia pubblica e privata, nonché di mobilità multimodale sostenibile, per il miglioramento della qualità dell’aria, in coerenza con il Programma Regionale di Gestione Rifiuti (PRGR)
  • 200 milioni di euro per il contrasto alle fragilità sociali, sia nelle aree urbane sia nelle aree interne. La strategia prevede azioni di rigenerazione urbana e inclusione sociale, attraverso il rafforzamento dei servizi essenziali di cittadinanza e la stimolazione di iniziative a supporto dell’economia e della società.

Il PR FESR si svilupperà lungo i seguenti assi:

  • Asse 1 (1.091 M€): dedicato agli interventi di ricerca e innovazione, digitalizzazione, sostegno alla competitività del sistema imprenditoriale lombardo e della crescita delle competenze delle imprese
  • Asse 2 (591 M€): supporto alla transizione energetica e all’economia circolare
  • Asse 3 (51 M€): mobilità urbana sostenibile
  • Asse 4 (207 M€): sostegno alle strategie urbane di sviluppo sostenibile e alle strategie per le aree interne
  • Asse 5 (60 M€): assistenza tecnica

b) Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) Lo sviluppo rurale è il secondo pilastro della politica agricola comune (PAC) per favorire la sostenibilità sociale, ambientale ed economica delle zone rurali. La PAC contribuisce allo sviluppo delle zone rurali attraverso tre obiettivi a lungo termine:

  • accrescere la competitivittà del settore agricolo e forestale
  • garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima
  • realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro.

Il bilancio del FEASR per il periodo 2021-2027 ammonta a 95,5 miliardi di euro, che comprendono un contributo da 8,1 miliardi di euro dallo strumento Next Generation EU.

I paesi dell’UE attuano i finanziamenti del FEASR attraverso i programmi di sviluppo rurale (PSR). I PSR sono cofinanziati dai bilanci nazionali e possono essere preparati su base nazionale o regionale. Mentre la Commissione europea approva e vigila sui PSR, le decisioni relative alla selezione dei progetti e alla concessione dei pagamenti vengono prese dalle autorità di gestione a livello nazionale o regionale. Ciascun PSR deve essere finalizzato a realizzare almeno quattro delle sei priorità del FEASR:

  • promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali
  • potenziare la redditività e la competitività di tutti i tipi di agricoltura e promuovere tecnologie agricole innovative e la gestione sostenibile delle foreste
  • favorire l’organizzazione della filiera alimentare, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo
  • incoraggiare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di CO2 e resiliente ai cambiamenti climatici nel settore agroalimentare e forestale
  • preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alle foreste
  • promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Autonomia

  • Incrementare completare il percorso di autonomia amministrativa delle regioni, mantenendo l’unità dello Stato e garantendo dei “livelli essenziali di prestazione” uniformi su tutto il territorio nazionale;
  • Garantire a pieno i principi costituzionali di autonomia e sussidiarietà attraverso il riconoscimento delle funzioni amministrative decentrate a Comuni, Province e Città metropolitane con i Comuni che possono svolgere un ruolo da protagonisti. I nostri sindaci rappresentano il vero motore dell’autonomia.