Obiettivi di legislatura: Sostenere le imprese e i lavoratori, i commercianti e gli artigiani lombardi, attraverso la digitalizzazione, la crescita e la formazione continua del capitale umano. È necessario il rafforzamento strutturale e finanziario delle aziende, la riconfigurazione strategica delle filiere, lo sviluppo e la diffusione di una imprenditorialità moderna.
La Regione si impegna a superare le difficoltà che ostacolano l’incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro. Per vincere la competizione, le imprese devono disporre di risorse umane adeguate, in termini sia quantitativi che qualitativi. La Lombardia deve essere più attrattiva, rispetto a oggi, soprattutto per le persone giovani, che sono più propense a spostarsi da un territorio all’altro.
Quattro linee di sviluppo appaiono in particolare centrali in questa fase storica, a livello sistemico:
La situazione al momento non è certo ottimale: il noto problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro affligge tutti i paesi sviluppati e quindi anche le aree economiche più avanzate della nostra Regione.
Le azioni possibili sono molteplici.
Altro aspetto fondamentale è il Continuing Learning Education (CLE). In un mondo in cui i cambiamenti si manifestano così velocemente e frequentemente, le competenze individuali devono continuamente essere riconfigurate.
La Regione quindi potrebbe dare un grande contributo, proponendosi come HUB strategico volto a coordinare e interconnettere tutte le iniziative CLE, progettate e avviate sul territorio, con particolare attenzione a quelle dedicate alle nuove tecnologie. Si propone pertanto la costituzione di Lombardia CLE-HUB (potrebbe anche essere una Fondazione, con il coinvolgimento di stakeholder privati) con la missione di:
La Regione inoltre deve impegnarsi per:
La dimensione media delle imprese italiane, e anche di quelle Lombarde, è inferiore rispetto ai benchmark, soprattutto tedeschi e francesi.
È auspicabile dunque che il governo della Regione favorisca in tutti i modi possibili il rafforzamento strutturale (finanziario) delle imprese territoriali attraverso vari interventi.
Molte imprese lombarde sono leader in nicchie competitive, o sono attive in filiere internazionali.
Gli ecosistemi digitali già hanno preso forma nel mondo automotive, nella sanità, nel banking, nella grande distribuzione.
In questo contesto la Regione dovrà impegnarsi nella promozione del ruolo delle imprese lombarde negli ecosistemi digitali, sia attraverso la leva finanziaria e fiscale, sia in modo operativo, favorendo la raccolta, la razionalizzazione e la diffusione delle informazioni necessarie. A tal fine Regione Lombardia darà vita ad un Osservatorio con le Università Regionali (aree Economiche e Ingegneristiche, principalmente) con la missione di:
In più deve favorire in tutti i modi i territori e di conseguenza le filiere tipiche dei territori lombard favorendo ad esempio lo sviluppo e il potenziamento del Distretto legno – calzature – agroalimentare.
Poiché poi la connettività digitale è alla base del funzionamento degli ecosistemi, diventano essenziali gli investimenti nelle infrastrutture di telecomunicazione, su tutto il territorio regionale.
La resilienza delle imprese è un obiettivo importante, cui deve essere affiancato anche l’obiettivo di favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese: il tema centrale è la cultura dell’imprenditorialità.
L’imprenditorialità di oggi ha caratteristiche in parte diverse rispetto a quella di un passato anche recente; in particolare essa richiede:
Gli obiettivi di attrattività già illustrati al punto A sono già di per sé rivolti, indirettamente, a favorire la diffusione della cultura imprenditoriale, attraverso l’attrazione delle risorse umane più creative. Ma la Regione Lombardia può offrire anche contributi più diretti a favore dell’imprenditorialità, con l’obiettivo di diventare la Regione più smart d’Europa per la nascita di nuove imprese.
Le piccole imprese sono ovunque custodi di una radicata fedeltà al territorio, di cui rappresentano un importante ingrediente socio-culturale, una capillare rete di competenze, innovazione e riqualificazione, uno strumento di integrazione dei nuovi italiani (in Italia oltre seicentomila imprese sono condotte da titolari stranieri).
È pertanto tempo di attuare seriamente i principi dello “Small Business Act”, e di rivedere, aggiornandola, la legge quadro in materia, tornando a creare condizioni di contesto favorevoli allo sviluppo delle imprese artigiane.
È necessario consolidare il primato culturale, economico e sociale della Lombardia “artigiana”, come soggetto innovatore del Paese, come “fabbrica intelligente” di soluzione ai problemi politico-sociali contemporanei.
Introdurre incentivi e soprattutto semplificazioni burocratiche per l’installazione di impianti FER sui capannoni, fino a coinvolgere 125 mila unità immobiliari produttive.
Occorre intervenire massicciamente sulla semplificazione amministrativa, in modo particolare favorendo:
Occorre lavorare per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, mediante l’incentivazione di autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
Per favorire la partecipazione agli appalti delle PMI occorre lavorare su due assi:
Occorre salvaguardare degli spazi per le attività artigianali nelle aree cittadine, oggi sempre più preclusi soprattutto da insostenibili costi immobiliari e locativi, frenando così l’espulsione di botteghe, laboratori e servizi che sta producendo pesanti effetti per i cittadini che abitano in zone centrali delle città. Gli artigiani sono sempre più costretti a trasferirsi in zone lontane dalle città, a volte inaccessibili o mal collegate con il resto del tessuto urbano. Molti mestieri sono così cancellati dalla toponomastica cittadina, creando disservizi per la popolazione. E’ quindi indispensabile salvaguardare dei luoghi adatti a conservare la presenza artigiana. Si tratta di scelte politiche impegnative, capaci di dare identità alle nostre città. Un sicuro investimento per il futuro.
La Regione dovrà effettuare una straordinaria campagna di promozione dell’artigianato destinata ai giovani e a coloro che sono alla ricerca di nuove opportunità, a partire dai lavoratori licenziati, all’interno di un piano moderno che parta dall’orientamento e dall’alternanza scuola-lavoro e includa tutto l’aiuto necessario all’avvio di un’impresa.
Occorre un deciso riorientamento degli strumenti di garanzie pubblica per sostenere le imprese di minori dimensioni e di minore merito creditizio, valorizzando il ruolo dei Confidi
Le imprese si interrogano su come favorire la creazione di occupazione e accompagnare i lavoratori nella formazione. Una delle priorità è focalizzarsi sul miglioramento delle competenze e l’adattabilità ai cambiamenti del mondo del lavoro della propria popolazione aziendale. Occorre:
I risultati più recenti dell’indagine di Unioncamere Lombardia presso le imprese lombarde del settore terziario mostrano variazioni di fatturato positive, ma in progressiva riduzione.
Sono numeri meno positivi rispetto ai trimestri scorsi, si evince che il settore fa fatica a crescere e presenta un rallentamento più evidente. Occorre quindi che la Regione si impegni sui seguenti punti.
1) Sviluppo Economico e Credito
2) Commercio e Rigenerazione urbana
Sostegno ai Distretti del Commercio, consolidando le attività di rete territoriale, anche a fini di promozione turistica
3) Turismo
4) Transizione Digitale
5) Transizione ecologica e sostenibile
8) Capitale Umano – Lavoro – Giovani – Donne
In Lombardia nel terzo trimestre 2022 crescono le cessazioni di impresa (17.754), che risultano più che raddoppiate su base annua (+144,3%). L’incremento è guidato dalle cancellazioni d’ufficio (10.048), messe in atto dalle Camere di Commercio per eliminare posizioni formalmente attive ma non più operative; aumentano comunque anche le cessazioni dichiarate dalle imprese (7.526), sebbene meno intensamente.
Il fenomeno potrebbe rappresentare l’avvio di un processo di «smaltimento» delle mancate cessazioni degli anni scorsi, caratterizzati da bassi livelli di mortalità anche grazie alle misure di sostegno intraprese per contrastare gli effetti della pandemia. (Fonte: Rapporto di Unioncamere Lombardia sull’andamento della demografia delle imprese nel 3° trimestre 2022).
L’artigianato in Lombardia conta 241.000 imprese attive e oltre 500.000 addetti occupati, contribuendo al 13% del PIL Lombardo con importo di ca. 52 miliardi di Euro.