Obiettivo di legislatura: Fornire protezione ai più deboli per non lasciare nessuno indietro. Agire sul sostegno abitativo, contrastare la povertà e favorire l’inclusione per le fasce più deboli della popolazione lombarda.
Le insufficienti risorse destinate alla famiglie con figli, il sistema fiscale e tariffario penalizzante per le famiglie, e l’attuale crisi economica, rappresentano le motivazioni per cui ogni anno l’Istat ci dice che sempre più famiglie con figli vivono al di sotto della soglia di povertà relativa.
Le proiezioni demografiche evidenziano il progressivo invecchiamento della popolazione. L’albero demografico evidenzia infatti l’insostenibilità non solo del sistema pensionistico, ma del sistema sanitario e del welfare complessivo. Se non si avviano sin d’ora delle politiche di sostegno alla natalità, l’Italia e la Lombardia sono destinate a un inevitabile declino.
Le risorse destinate direttamente alle famiglie con figli, in particolare quelle con redditi bassi e medio bassi, vanno ad alimentare direttamente il circuito dei consumi, in quanto, normalmente, queste famiglie non riescono a risparmiare.
La famiglia rappresenta un insostituibile ammortizzatore sociale, i cui compiti di cura, educativi e di sostegno economico non possono essere demandati ad altri, se non a costi elevatissimi per la collettività.
Il “fattore famiglia” rappresenta uno strumento di facile applicazione che introduce principi di equità orizzontale. Ulteriori interventi in tal senso devono riguardare anche le addizionali comunali e regionali, che attualmente non tengono in alcun conto i carichi famigliari.
La Regione Lombardia deve, compatibilmente con le proprie competenze, dare risposte ai cittadini in tema di politiche sociali. In particolare deve intervenire in diversi ambiti:
Scala di equivalenza ISEE: è particolarmente gravosa nei confronti delle famiglie numerose, in quanto tiene conto dei soli costi di mantenimento, ma non di quelli di accrescimento. Pertanto la Regione deve impegnarsi a rivedere le scale ISEE.
Quoziente famiglia: in quest’ambito si deve predisporre uno strumento per l’accesso ai servizi regionali che superi l’iniquo sistema dell’ISEE per l’accesso a tutti i servizi.
Dote scuola: prevedere l’innalzamento dell’Isee per i nuclei numerosi dal 4° figlio in poi.
Riduzione del cuneo fiscale in proporzione del numero dei figli a carico: sempre in base al principio di equità orizzontale, le risorse destinate alla riduzione del cuneo fiscale andranno distribuite in base ai carichi famigliari.
Disabilità: aumentare l’assegno di Regione Lombardia gestito da ATS dai 600 € attuali ai 1000 € come era in precedenza.
Non è più accettabile che la casa sia l’elemento discriminante tra i quartieri e i loro abitanti. Lo strumento dell’housing Sociale, può rivelarsi fondamentale per confermare la ricerca di giustizia sociale e insieme la capacità attrattiva dei capoluoghi lombardi. Vanno create delle politiche di accompagnamento e sostegno per giovani, mamme e adulti in uscita dalle comunità protette e dalle carceri.
Vanno amplificate le politiche con obiettivo il sostegno e accompagnamento in percorsi verso l’autonomia e il diritto alla casa, lavoro, salute , attraverso:
Garantire il diritto alla salute pubblica anche a chi è senza permesso di soggiorno, assegnando un MMG a ciascun cittadino presente in Regione in attesa di regolare permesso.
La mancanza di personale nel mondo socio-sanitario è resa molto evidente anche dalla carenza degli educatori e delle figure professionali necessarie per tenere aperte le comunità educative. Vanno adottate, pena la chiusura delle stesse, politiche di sviluppo anche in questo settore, ampliando la possibilità di allargamento a tecnici professionali similari, come avviene ora con i tecnici psichiatrici.
I dati ufficiali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali riscontrano che la media nazionale degli allontanamenti di minori (da 0 a 14 anni) dalle famiglie di origine accolti nei servizi residenziali è del 12,875%, mentre quella della Lombardia è del 16,15%.
L’obiettivo della Regione è di supportare e sostenere il nucleo familiare di origine del minore, per scongiurare, ove possibile, l’allontanamento del bambino dalla propria casa. La Regione dovrà individuare un fondo per interventi di sostegno alla genitorialità, al fine di prevenire l’allontanamento dei minori dalla famiglia d’origine in caso di fragilità o inadeguatezza dei genitori, attraverso un progetto educativo familiare (PEF) che coinvolga i servizi sociali, la famiglia e i minori.
È necessario avviare un dialogo con il governo per adottare una legge volta: a prevenire l’allontanamento dei minori, prevedendolo solo nei casi conclamati di abuso; a porre in atto un Progetto educativo familiare della durata di 6 mesi, con il coinvolgimento di servizi sociali, famiglia e i minori; a privilegiare l’affidamento famigliare entro il quarto grado di parentela del minore; a vincolare una quota delle risorse oggi destinate all’inserimento dei minori in comunità residenziali, a interventi di sostegno alla famiglia di origine.
Compatibilmente con il quadro economico, occorre potenziare il fondo per il sostegno economico ai genitori separati con figli minori, in applicazione all’art. 6 della L.R. 18 del 2014, da destinare sia al supporto delle spese in favore dei minori, sia di quelle necessarie per l’autonomia abitativa dei genitori in situazioni di fragilità.
La necessità di individuare una soluzione abitativa per il genitore che, separandosi, viene privato dalla casa famigliare, deve poter trovare una soluzione, sia verificando l’attuazione del regolamento regionale n. 1 del 2004 per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, sia attraverso l’utilizzo degli immobili sottratti alle organizzazioni criminali per finalità di housing sociale.
È necessario modificare la Legge regionale 24 giugno 2014 – n. 18 “Norme a tutela dei coniugi separati o divorziati, in condizione di disagio, in particolare con figli minori”, inserendo il riferimento anche ai genitori non sposati.